GRANI ANTICHI e GRANI MODERNI (seconda parte)
Che bello, CIAO anche oggi con te per condividere il mio Blog !
Il grano, al centro della triade alimentare, assieme a vite e ulivo, rappresenta la più importante coltura nella storia della civiltà mediterranea ed europea.
I cereali hanno determinato la più importante forma di sostentamento per molte popolazioni, arrivando nei secoli e nei millenni a definire gastronomie, tecniche agronomiche, selezioni varietali.
Da cui ne viene fuori una vasta caratterizzazione di elementi strutturali diversificati per territorio.
IL GRANO NEL CORSO DEGLI ANNI E’ STATO SOTTOPOSTO AD UNA SERIE DI INCROCI CHE HA DATO VITA ALLE VARIETA’ ATTUALI MOLTO DIVERSE DALLE PRECEDENTI
Nel 1920 il genetista Strampelli ha iniziato ad ibridare i grani per raggiungere i seguenti obiettivi e combattere i principali flagelli:
– la “stretta” causata dalla siccità, per evitarla puntò alla precocità di maturazione del seme, aumentando la produzione dai 15 ai 40 quintali per ettaro;
– l’allettamento le piante molto alte con il maltempo cadevano e per evitare questo fenomeno puntò ad una riduzione della taglia fino a 70/80 cm.
– la ruggine bruna infezione comune nel grano.
Dagli incroci pre-rivoluzione verde sono state create delle varietà come il “Senatore Cappelli”, considerato grano antico.
Nella post-rivoluzione verde nel 1980, si utilizzano vari trattamenti per ottenere varietà più resistenti agli attacchi di funghi e parassiti e adatti ai consumi di massa.
Questi sono definiti grani moderni.
GRANO e VARIETA’ ANTICHE e MODERNE
I grani antichi sono quei grani che nei millenni sono rimasti originali, senza subire interventi di selezione da parte dell‘uomo, sono semplicemente rimasti come madre natura li ha creati.
I grani moderni invece sono il risultato del lavoro dei genetisti che hanno modificato o selezionato le varietà. Le loro caratteristiche sono principalmente la taglia ridotta. Queste cultivar, più adatte alle coltivazioni industriali, abbinata all’utilizzo di chimica, pesticidi e diserbanti, ha permesso rese duplicate a volte quadruplicate.
La partecipazione ad una conferenza dal titolo “cereali e sostenibilità” mi ha dato l’opportunità di ascoltare le riflessioni di etici agricoltori che hanno scelto di ritornare a coltivare i grani antichi applicando un’agricoltura bio sostenibile e rigenerativa.
Dicono: questa scelta è arrivata osservando la natura.
– I grani antichi con il loro alto fusto creano ombra e questo non permette la crescita delle infestanti con il risultato di evitare l’utilizzo di erbicidi e concimi di sintesi;
– il fusto più alto equivale a più radici che cercano nutrienti in profondità, inoltre le spighe essendo lontane dal suolo in caso di pioggia si asciugano più velocemente evitando il proliferare di muffe;
– la resa è sicuramente più bassa rispetto ad un grano moderno ma per un prodotto di qualità migliore;
– il minor contenuto proteico (glutine) permette un’assimilazione più equilibrata aumentando la tolleranza;
– inoltre l’assorbimento lento degli zuccheri non scatenano il violento picco glicemico.
I grani antichi fanno parte della nostra storia e cultura. Il prezzo del grano antico rispetto ad un grano moderno è giustificato da produzioni decisamente inferiori ma ci ripaga dal poter assaporare un alimento vero, della nostra tradizione e del nostro territorio, rispettando la perfezione della natura, rispettando la biodiversità e soprattutto la nostra salute.
I Grani antichi sono diversi in base al territorio di coltivazione. I grani duri vengono coltivati al sud in quanto necessitano di sole per maturare.
I principali sono il Saragolla e Senatore Cappelli oltre al Farro monococco e Farro dicocco.
I grani teneri principali sono Russulidda, Gentilrosso, Verna, Farro Spelta, Carusella, Timilia e comunque ogni regione ha la sua varietà.
Nel prossimo blog la trasformazione del chicco in farina.
Un caro e naturalmente delizioso arrivederci al prossimo Blog, da Rossella